Nell’estremo oriente siberiano, tra terre e genti abbandonate a se stesse dopo il crollo dell’Unione Sovietica, un uomo venuto dalla guerra e una tigre ingaggiano una sfida letale.
L’uomo caccia la tigre. La tigre caccia l’uomo.
Da una storia vera, un romanzo che non lascia tregua. Una grande interpretazione della lotta epica tra bene e male, nel solco di Moby Dick.
Da anni vado consigliando ai miei amici questo libro: “La tigre. Un’avventura siberiana di vendetta e sopravvivenza” di John Vaillant (Einaudi). Un suggerimento per le letture d’agosto.
La tigre è il felino più bello e micidiale. Ha la potenza del leone ma la rapidità e l’agilità del gatto.
E’ astuta e strategica. I suoi artigli sono lame che sa usare con l’approssimatività del macellaio, ma anche con la sensibilità di un neurochirurgo.
Uccide le prede prima di azzannarle: il rombo del suo ruggito paralizza il sistema nervoso.
La tigre della tajga siberiana, poi, ha qualcosa in più. Deve sopravvivere in ambienti impossibili, tra le nevi, i ghiacci, a temperature durissime (d’inverno anche 30, 40 gradi sotto zero).
Quando si addormenta di notte nella neve, al risveglio la neve intorno a lei s’è tutta sciolta. Ha bisogno di circa 18 chili di carne al giorno.
Da quelle parti gli uomini, per campare, devono entrare nella foresta, fonte di sopravvivenza, ma anche Regno della tigre. E le fanno molti torti.
Non considerano che la tigre ha la memoria lunga ed è vendicativa.
Un libro che toglie il sonno. Divertimento assicurato.
Buone vacanze a tutti.
Marco
· “La tigre. Un’avventura siberiana di vendetta e sopravvivenza” di John Vaillant
Frontiere Einaudi, 2012, 392 p.