Il libro come “mare aperto”, come “corpo vivo”, come “coltello”
- 3 marzo 2019 ore 18.30 da Luisa e Franco con Le città invisibili di Italo Calvino – (libro come “mare aperto”)
- 7 aprile 2019 ore 18.30 da Maria Nives e Patrizio con Trilogia di K di Agota Kristoff – (libro come “coltello”)
- 5 maggio 2019 ore 18.30 da Anne e Luca con Mistero napoletano di Ermanno Rea – (libro come “coltello”)
- 30 giugno 2019 ore 18.30 da Carla e Piero con Viaggio al termine della notte di Louis Ferdinand Celine – (libro come “corpo vivo”)
- 15 settembre 2019 ore 18.30 da Titia e Roberto con 4321 di Paul Auster – (libro come “mare aperto”)
- 27 ottobre 2019 ore 18.30 da Barbara e Niccolò con Il sole dei morenti di Jean Claude Izzo – (libro come “coltello”)
- 1 dicembre 2019 ore 18.30 da Paola e Tomaso con Open di Agassi – (libro come “corpo vivo”)
“Il libro come mare aperto”
Luogo in cui perdersi, luogo da cui l’Altro giunge, luogo dell’incontro possibile, dell’avventura. Luogo aperto, esposto a tutti i venti, luogo in cui arrivano tutti gli odori, tutte le spezie, tutte le correnti. In opposizione al muro, al confine, alla chiusura. Il libro aperto come disponibilità alla ricerca continua e alle future sorprese. In opposizione ai libri-muro chiusi, alle falangi ostili dei dorsi sugli scaffali delle biblioteche. Il libro aperto rimanda subito ad altri libri, ad altre letture, ad altre scoperte, in opposizione al Libro-fortezza che pretende di contenere al suo interno tutti i libri, tutte le verità.
“Il libro come corpo vivo”
Il lettore deve fisicamente ingaggiare battaglia. Il libro e il lettore: ad entrambi restano addosso dei segni dopo il loro incontro. A differenza del kindle, il libro ha una sua fisicità, una sua forma che seduce il lettore, che gli ricorda gli intoppi, gli indugi, le anse, le curve, i contrasti, gli abbandoni provati nella lettura. Il corpo a corpo con il libro è anche erotico; soprattutto col libro che ci prende o con quello che ci resiste, parete da scalare. A differenza degli erbari, cimiteri di piante essiccate, il libro è un corpo vivo, perché ogni lettura lo rinnova, gli dà nuova linfa. Ad ogni incontro il libro succhia la vita al suo lettore e riparte, mutato e mutevole verso nuove direzioni, nuovi occhi e nuove mani.
“Il libro come coltello”
Non siamo noi lettori a penetrare il libro. Pensavamo di essere noi a maneggiare il tagliacarte che separa le sue pagine. No, è il libro-coltello a penetrarci mentre lo leggiamo; è il libro che ci legge dentro. Il libro legge di noi quel che ancora non sapevamo di essere, quel che ancora non sapevamo di portare scritto dentro, nell’animo. Il libro-coltello affonda dentro di noi, ci prende e, d’un tratto, traccia il taglio netto che divide inesorabilmente il come eravamo prima di incontrare quel libro e il come siamo diventati ora dopo averlo letto.
