E’ Spinoza il problema?

Al secondo incontro dei voraci lettori di LeggiMI!! la discussione sul libro è stata vivace, come sempre del resto.

I “palati fini” si lamentano: struttura costruita, letteratura commerciale, mancato funzionamento dei due livelli della storia (vita di Spinoza e vicenda di Rosenberg), eccessiva lunghezza; e queste sono le critiche più lievi.

L’altro fronte, invece,  oppone la vivacità del romanzo e la grande capacità dello scrittore di introdurci nella vita e nel pensiero del filosofo: e  ringraziano Yalom per il viaggio.

I palati fini accusano il fronte favorevole di essere  “di bocca buona“.

Che ci sia un problema di superbia – risponde, senza mezzi termini, il fronte dei soddisfatti?

Fuor di celia, senz’altro la discussione – ancora una volta –  parla di noi: dei nostri gusti, di ciò che ci aspettiamo da un libro e del libro che cerchiamo (che è sempre il prossimo, che non abbiamo ancora letto…).

Al di là però della divisione netta tra favorevoli e contrari: ci siamo trovati tutti però direi d’accordo su un punto: l’abbinamento tra libro e vizio è stata perfetta.

6 commenti

  1. Lidia · · Rispondi

    Voraci o insoddisfatti, a Yalom siamo tutti debitori di una vivacissima discussione, di averci riproposto “il problema Spinoza” e di aver riportato in auge l’immensa modernità di questo filosofo. Per approfondire il pensiero filosofico, forse meglio scegliere qualche lettura di supporto. Più autorevole o meglio romanzata. Yalom abbandona il suo lettore a metà del guado. Però lo lascia con la curiosità…

  2. patpromachos · · Rispondi

    Il grande merito di Yalom, che i lettori più critici gli invidiano, è la sua invenzione letteraria. Le vite di Spinoza e di Rosenberg non avrebbero mai potuto essere associate se non attraverso l’immaginazione di questo scrittore. Il loro parallelismo è meccanico certo, ma la drammatizzazione più che la narrazione del loro pensiero rende il lettore
    partecipe delle loro vicende, lasciandolo libero di indagare l’impatto delle loro idee sulla storia dell’uomo. Il dialogo tra Baruch e Franco sul desiderio di cambiare la loro religione ‘ dall’ esterno e dall’interno’ potrebbe essere più efficace di tanti trattati di teologia. L’ossessivo desiderio di autoaffermazione di Rosenberg ci guida attraverso il sistematico sterminio dei campi di concentramento.
    Il lettore non è abbandonato ma indotto ad approfondire ….niente male per uno psichiatra che si diletta con la letteratura.

  3. Questi i riferimenti per chi volesse leggersi un piccolo saggio su Spinoza più avvicente del prodottino di Yalom: Matthew Stewart “Il cortigiano e l’eretico”, Leibniz, Spinoza e il destino di Dio nel mondo moderno (Feltrinelli).
    Ed ecco uno stralcio di recensione (inutile svelarne l’autore):
    “Il libro di Stewart è dedicato alle due figure che in quel West del pensiero incarnavano, per così dire, i due pistoleri più veloci della Frontiera: Leibniz e Spinoza. Cartesio gli aveva fornito le Colt e loro sparavano come nessun altro. Come se la storia l’avesse scritta uno sceneggiatore di Hollywood, i due erano magistralmente antitetici, tipo Borg e McEnroe. Insomma, alla fine del libro, mi era più chiaro il pensiero di Spinoza che il bugiardino della Tachipirina.”

  4. Stesil · · Rispondi

    A Yalom va riconosciuta la capacità di far avvicinare il lettore alla figura di Spinoza e alla sua filosofia con grande semplicità, riproponendo in pochi dialoghi l’essenza delle sue idee. Il personaggio di Rosenberg offre il pretesto all’autore per introdurci alla vita e al pensiero del grande filosofo, ma la narrazione delle vicende di Spinoza continua in parallelo a quella di Rosenberg. I due personaggi sono accomunati dalla irrinunciabile fedeltà alle proprie idee: puntualmente motivate e pertanto incontrovertibili quelle di Spinoza, senza il minimo fondamento razionale quelle di Rosenberg. Anche la solitudine è un elemento comune alle due figure che sotto molti profili risultano quasi essere, rispettivamente, il positivo e il negativo dell’altro.
    La narrazione è scorrevole e intrigante, mentre la rigidità del parallelismo, coerente con la rigidità dell’ambiente in cui i due personaggi si muovono, risulta quasi fastidiosa contribuendo a rendere ancora più disturbanti la scomunica di Spinoza e gli orrori nazisti.
    Che la scrittura di Yalom sia più sofisticata di quel che appare ad una prima lettura?

  5. Grazie a leggimi e al problema Spinoza, sono tornato con entusiasmo a cercare di capire di più di Spinoza di cui nulla avevo compreso al tempo del liceo

  6. Anonimo · · Rispondi

    Dimentichiamo per un attimo la pretesa superbia dei lettori snob o dello stesso Yalom e andiamo a vedere se il peccato in questione si attaglia ai due protagonisti del libro. Quanto a Rosemberg, sebbene certamente vanaglorioso, ci appare invece molto gregario verso Hitler. La sua mancanza di empatia col mondo esterno sembra poi figlia di un sentimento di inferiorita’, quantomeno affettiva.
    Nel sistema gregoriano dei peccati capitali, la superbia ha carattere di vizio trasversale, pericoloso proprio in quanto mette in discussione l’autorita’ divina. Baruch si erge infatti a campione della superbia interiore. Nessuna humilitas, che sarebbe un po’ sospetta di fronte ai tiranni, ai fanatici o ai prepotenti, e anzi un orgoglio intellettuale enorme, genuino, senza narcisismo. Spinoza sa bene che la determinazione a non rinunciare in nessun caso alle domande ultime gli costera’ gli affetti, la benevolenza degli insegnanti, la vita tranquilla e la stessa appartenenza alla propria comunita’. Una superbia che pero’ sembra necessaria alla ricerca, come anche per Ulisse, Amleto, Edipo, Einstein. Pare che quest’ultimo, altro orgoglioso di rango, a chi gli domandava se credesse in Dio, fosse solito rispondere “credo nel Dio di Spinoza”.

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