Tantum religio. Gli scrittori, a mani nude, alle prese con la religione.

IlGrandeInquisitoreDostoiesvskj: La leggenda del Grande Inquisitore.

Si tratta di un testo letterario, prendiamolo allora come tale, ma facciamo astrazione dal romanzo dei Fratelli Karamazov di cui la leggenda è solo un capitolo.

La storia.

La leggenda ipotizza il ritorno di Gesù nella spagna del 1600, subito riconosciuto e subito fatto imprigionare dal Grande Inquisitore, cardinale novantenne, che ha appena fatto bruciare in piazza oltre cento eretici. Nella notte di Siviglia, il Grande Inquisitore si reca nelle carceri per incontrare il Nazzareno e in un monologo denso e teatrale, il vecchio cardinale si lancia in una lunga requisitoria contro Gesù. Col suo messaggio sovvertitore e libertario, Gesù avrebbe caricato gli uomini di una responsabilità che essi non vogliono e non possono assumere, per loro intrinseca debolezza. Il libero arbitrio a fondamento della religione del Cristo, senza miracoli, senza promesse o minacce di punizioni, senza esercizio del potere, non può funzionare. Ecco perché la Chiesa ha dovuto supplire in tutto questo tempo, costruendo il sistema cristianesimo, un grande ordinamento di regole, guidando e punendo, sollevando le moltitudini di singoli uomini dal peso di dover discernere da soli il confine tra bene e male.

Ecco perché Gesù non deve tornare sulla terra a mettere scompiglio. Ecco perché il Grande Inquisitore ha dato ordine di incarcerarlo e dovrà toglierlo di mezzo.

Al termine della lunga e vibrante requisitoria del cardinale, Gesù non dice nulla, non risponde nulla ma, colpo di scena, si avvicina al suo interlocutore e stampa un bacio enigmatico sulle labbra esangui del vegliardo che lo accusa. Il Grande Inquisitore allora, touché, apre le porte della cella e lo lascia andare, ma gli intima di non tornare mai più.

Il commento

Certo la leggenda è assai suggestiva: un ennesimo processo a Gesù, le possibili reazioni a un ritorno del Messia fra noi.

Ma soprattutto, nello scontro fra le ragioni contrapposte della Chiesa e quelle del cristianesimo delle origini, vengono in realtà evocati i dubbi fondamentali dell’etica e della politica sulla necessità dell’esistenza stessa dello Stato e dell’esercizio del potere.

Da qui l’interesse sempre rinnovato per questo testo letterario, non solo da parte di tanti teologi, ma anche di moltissimi giuristi.

Vengo allora alla mia di lettura ed ad alcuni degli interrogativi “moderni” (pop) che secondo me scaturiscono dal testo.

  1. Il Grande Inquisitore rimprovera a Gesù di non aver amato davvero le moltitudini perché il peso e la responsabilità del libero arbitrio non sono compatibili con la debolezza della maggioranza degli uomini. Quando si ama veramente (Gigi Marzullo) ?  Solo quando si accettano davvero le debolezze dell’amato ?  O invece quando non ci si rassegna ad esse e si pretende da lui solo il meglio, sfidandolo ad andare oltre i suoi limiti ?  In altre parole, l’amore in questione deve essere quello protettivo del genitore o quello paritario dell’amante ?
  2. Il Grande inquisitore rimprovera a Gesù di essere elitario, di parlare solo ai pochi che possono davvero mettere in pratica il suo verbo. Qualcuno però deve preoccuparsi di portare in salvo tutti gli altri. Gesù insomma è all’opposizione; il suo discorso è più accattivante perché più facile. Il cardinale invece è al governo: un lavoro sporco e gravoso che ti fa essere odiato, ma che è probabilmente più utile e più determinante per ottenere una somma algebricamente positiva di bene a beneficio del maggior numero possibile di persone.
  3. Il contrasto tra religione pensata e religione organizzata. Forse è utopia anche quella dell’Inquisitore: costruire un mondo intero, dettare regole che organizzino mediamente la convivenza delle persone con il soddisfacimento dei bisogni materiali, e in una certa misura spirituali, delle moltitudini, con un grado accettabile di sopraffazione degli uomini sui propri simili. Magari però è anche totalmente velleitario immaginare una religione senza esercizio del potere (anche spirituale) sulle persone.  E’ davvero possibile guidare i comportamenti degli altri solo con l’esempio e con qualche domanda socratica ?   Non sono destinate a perdere, nella Storia, le religioni che hanno rinunciato ad attraversare la linea di Cesare ?  Non stanno infatti vincendo nel mondo, e nelle vocazioni, proprio quelle religioni che mantengono e pretendono il potere temporale ?
  4. Questa figura del Cristo muto (ma non era il Verbo?) che alla fine bacia sulle labbra il proprio antagonista e parte, libero, leggero, sorridente, non è solo uno meraviglioso stratagemma che lascia aperti interrogativi e interpretazioni. Qui siamo di fronte per la prima volta a un personaggio peace and love, il primo figlio dei fiori della letteratura, un Cristo Woodstock, Jesus Christ Superstar, un ribelle concavo a vocazione ghandiana, un Mauro Rostagno. Avremmo mai avuto i sessantottini versione USA se non ci fosse stato il Gesù di Dostoiesvkj ?

Luca

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