“Patrie. Lettere.”, analogon edizioni, è un antologia di brevi testi contro l’orgoglio nazionalista e contro il patriottismo. Evidentemente oggi questa antologia è del tutto controcorrente, visti i tempi. La circostanza che ci difendiamo dall’epidemia con la chiusura stagna a paratia delle antiche frontiere fra gli Stati, anche in Europa, non aiuta la fratellanza e la solidarietà tra i popoli e non aiuta pensarci sulla stessa barca. Anzi nello stesso sottomarino. Oggi l’emergenza sanitaria ci riempie, per me inspiegabilmente, di “orgoglio italiano”. Come se non riuscissimo a raccogliere e convogliare le nostre forze se non dietro a una bandiera, se non differenziandoci dai non italiani.
Ecco due dei testi dell’antologia: nel primo “Addio agli amici europei” scritto nel settembre del 1914, appena scoppiata la guerra, Zweig è ancora a suo modo patriottico e guerrafondaio, mentre nel secondo testo, “la Torre di Babele”, scritto in francese nel 1916, dopo molti mesi di guerra e di interruzione nelle comunicazioni fra élites europee, lo scrittore austriaco modifica il suo pensiero e prova a immaginare il lavoro che ciascun intellettuale deve fare nel suo isolamento nazionale per preparare la costruzione di un futuro comune degli uomini oltre le frontiere e oltre le divisioni fra gli Stati.